Diventare consulente di viaggio e lavorare in qualsiasi parte del mondo

In un periodo come quello attuale, in cui il mercato del lavoro risulta letteralmente bloccato, molta è la curiosità relativamente ai nuovi modi di fare business. Le professioni emergenti non sono moltissime, una di queste è sicuramente quella identificata con il nome di consulente di viaggio.

Oggi voglio infatti parlare di cosa significa essere travel planner, e soprattutto come diventare un consulente di viaggio.

Cosa fa e come lavora un consulente di viaggio

Con l’avvento delle tecnologie informatiche vi è stata una regressione di alcuni lavori classici, come ad esempio le agenzie di viaggio. Il modo di viaggiare di un tempo, che prevedeva la sosta in agenzia anche solo per un biglietto aereo, è infatti definitivamente tramontato, e adesso ad aiutare coloro che vogliono organizzare un viaggio, non rimane che la figura del consulente di viaggio.

consulente di viaggio travel planner

Un travel planner solitamente è un figura flessibile, che cerca di affrontare e superare i problemi della clientela, relativamente ai trasporti e alle location da trovare durante un viaggio, sia quest’ultimo di affari o a scopo ricreativo. Le caratteristiche per svolgere al meglio questa professione non sono altro che l’estrema conoscenza del mondo attuale, unita alla curiosità per trovare nuove e più economiche soluzioni di viaggio, tutti correlati alla conoscenza del mondo informatico.

È infatti attraverso le nuove tecnologie che il consulente di viaggio o travel planner fornisce la sua consulenza al cliente finale, di fatto vi potrebbe anche non essere una location fissa, con i contatti che avvengono solamente tramite mail o social network.

I requisiti essenziali per diventare travel planner

Per diventare un buon consulente di viaggio serve passione e volontà. Non sempre infatti almeno inizialmente la figura è conosciuta, e il consulente dovrà riuscire ad individuare i canali migliori per far conoscere la sua attività. Inoltre dovrà essere in grado di individuare, a volte anche in maniera molto veloce, le migliori alternative da sottoporre al cliente.

In tale contesto meglio se il travel planner abbia il piacere di viaggiare, la conoscenza diretta di fatto è il miglior modo per poter offrire un servizio ottimale ai propri clienti. D’altronde è il consulente che su richiesta del cliente cerca di trovare soluzioni per poter presentare un viaggio degno di tale nome. Per questo motivo deve riuscire a volte anche ad interpretare i desideri della propria cerchia di clientela, farli suoi, e risolvere eventuali problematiche che potrebbero insorgere durante l’effettuazione del viaggio.

Materialmente il lavoro viene espletato con la prenotazione delle varie fasi del viaggio, tutto avverrà virtualmente, e il cliente riceverà tutte le istruzioni per poter effettuare il suo viaggio.

Quanto guadagna mediamente un consulente di viaggio?

Come per ogni professione autonoma è difficile stimare in maniera anticipata quanto possa guadagnare un travel planner. Solitamente come unica spesa hanno l’affiliazione ad un network e i costi per l’acquisto di un pc e di una connessione alla rete.

I guadagni di fatto sono in percentuale sui viaggi organizzati e venduti alla propria clientela. Indispensabile in tale contesto riuscire ad avere un grande ed esteso bacino di utenza, maggiori sono infatti le persone che si rivolgono al consulente maggiori sono i guadagni di quest’ultimo.

Vantaggi e svantaggi di lavorare come travel planner

Abbiamo visto in breve chi è e che cosa fa un consulente di viaggio, arriviamo adesso alla domanda principale: conviene fare il travel planner? La domanda non ha una risposta univoca, la professione è infatti emergente e può dare molte soddisfazioni sia a livello di guadagno che sotto il punto di vista professionale.

La costante come tutti i lavori, soprattutto quelli nuovi, e di crederci con tutto se stessi, amplificare i lati positivi (flessibilità, possibilità di lavorare a domicilio o in giro per il mondo) e tenere duro cercando di superare le avversità, che soprattutto nella fase iniziale possono essere parecchie.

Di contro si devono valutare i rischi di impegnarsi in una nuova professione, rischi che allo stato attuale sono pochissimi; una idea è quella di iniziare ad esercitare la professione di consulente come secondo lavoro o solamente per la cerchia di amici, e poi valutare se vale veramente la pena farlo diventare l’unico lavoro da effettuare.


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